Teramo Ambiente, Cda con 'toppata' per il presidente Mattucci

TERAMO – Questo consiglio di amministrazione non è stato dei migliori per il fresco presidente della Teramo Ambiente, Giovanni Mattucci. Perchè la delibera sulla nuova pianta organica della municipalizzata dell’energia, varata nella burrascosa seduta-fiume di oggi, non porta la sua firma, ma quella dell’amministratore delegato, Luca Ranalli, e del consigliere Pietro Bozzelli. Sì, il presidente si è astenuto: forse gli sarà sembrato meno traumatico, perchè avrebbe voluto votare contro. Chissà cosa avrà avuto di clamoroso la riunione del Cda, per portare il presidente, che rappresenta la parte pubblica e dalla parte pubblica nominato, e dunque pagato dai cittadini, ad astenersi? Da adesso tutte le ipotesi saranno buone, ma una cosa è certa: la responsabilità avrebbe dovuto spingerlo a fare altro, non lavarsi le mani con una astensione. Anche perchè il comunicato stampa emesso nel pomeriggio, stride fortemente: «La Te.Am Spa – si legge – ha approvato nella seduta odierna del Cda la nuova pianta organica all’interno di una strategia volta a migliorare l’organizzazione e l’efficenza aziendale.  Importante e non secondario obiettivo del nuovo organigramma è la riduzione dei costi così come l’Assemblea dei Soci aveva indicato quali obiettivi strategici dell’azienda. La nuova struttura infatti – continua la nota -, pensata per ottenere una migliore efficienza e sostenibilità economica dei processi organizzativi, mantiene inalterate le singole qualifiche del personale già esistente».

I dissidi. Quale lettura dietro questa nota che non cita con quali ‘numeri’ il Cda ha approvato il documento organizzativo? Intanto è palese il dissidio tra quella parte ‘operativa’ e strategica del Cda, ovvero l’ad Ranalli e l’altro componente Bozzelli. Mattucci non avrebbe messo l’imprimatur su quanto presentatogli sul tavolo, forse per una contrapposizione che origina dal mancato accoglimento di una sua richiesta, relativa ai ruoli di uno dei settori più importanti dell’attività Team, l’igiene urbana, e sull’indicazione di un vice del dirigentre amministrativo. Da qui, a cascata, un’altra serie di incomprensioni hanno caratterizzato la riunione, fino al voto, clamoroso. Che potrebbe avere ripercussioni evidenti sulla sua credibilità nella gestione della poltrona più alta della Team.

La pianta organica. La polemica ha fatto passare in secondo piano la decisione del Cda di rinunciare alle prestazioni del dirigente del settore tecnico, l’ingegner Manrico Polisini, in un primo momento destinato a un ruolo di responsabilità nel nuovo servizio di raccolta a Giulianova. Da oggi non è più un dipendente della Teramo Ambiente. Al suo posto a Giulianova andrà Pierandrea Giosuè. La nuova commessa di Giulianova assorbirà molti degli esuberi Team sul fronte teramano, compresa una parte amministrativa. Negli uffici di via Delfico, ai livelli apicali, restano adesso due macroaree, quella amministrativa affidata a Mauro Castelli, e quella tecnica dei servizi e dell’impiantistica, affidata all’ingegnere Pierangelo Stirpe che oltre a essere direttore tecnico è anche coordinatore generale, a diretto contatto con l’Ad e la presidenza. Al suo fianco, nel ruolo di vicedirettore, il reintegrato Roberto Liberatore. Il resto della pianta organica, al netto dei passaggi a Giulianova e Cermignano, resta la stessa, senza passaggi di livello e senza promozioni.

L’aspetto politico. Può essere utile ricordare che il presidente Mattucci è esponente della parte politica del centrodestra che risponde alla lista civica Al Centro per Teramo, del consigliere regionale Mauro Di Dalmazio. E che in questi giorni si discute dello ‘strappo’ tirato alla giunta Brucchi proprio dalla civica, che ha chiesto di rivedere i rapporti di coalizione sul fronte programmatico e di quello che si è fatto finora? A pensar male….